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Il vino è passione e sacrificio. Queste Aziende lo sanno!!

Il vino è passione e sacrificio. Queste Aziende lo sanno!!

La Maison Du Champagne George Laval:

La maison Georges Laval, Rècoltant-manipulant di Cumières, ha portato avanti dal 1971 in maniera decisa una filosofia agricoltura completamente biologica. I vigneti di proprietà rientrano nella classificazione di Premier Cru (2,5 ettari). Circa un ettaro appartiene alla parcella "Les Hautes Chèvres", vigna datata 1930 e una delle più antiche di tutto il terroir di Cumières.

La cuvée Premier Cru di Cumières è un riflesso perfetto del terroir di Cumières. I trattamenti “su misura” applicati alle viti, i requisiti di maturità, l'invecchiamento naturale da 12 a 8 mesi in botti di rovere, illuminano i sapori, gli aromi originali dei nostri terrieri cumariot e modellano l'equilibrio armonioso essenziale per la creazione dello champagne Brut Nature, senza zuccheri aggiunti.

La scelta di Georges:

Georges Laval apprende da un rapporto scritto da un Comandante d’esercito chiamato Cousteau, che alcuni pesticidi si trovano anche tra il ghiaccio dell’antartico, un luogo dove ovviamente non vi sono mai stati raccolti da trattare! Questo lo affascina moltissimo. Infatti una volta documentatosi arriva alla decisione di produrre il suo Champagne secondo il metodo biologico. Nel 1971 la scelta è stata coraggiosa. Negli anni a seguire saranno meno di una dozzina gli Champagne che matureranno il vino attraverso il metodo naturale e artigianale. Era un innovazione!

“Rilevando la tenuta nel 1996, ho cominciato a perseguire ciò che ritengo essenziale: l'agricoltura biologica; il rispetto per il nostro ecosistema, la conservazione degli aromi e dei sapori originali dei nostri terroir e la produzione di grandi vini Champagne“.

 

Azienda Vinicola Girolamo Russo:

Distesa sul versante nord dell’Etna, tra i 650 e i 780 metri, l’Azienda possiede una  proprietà da 15 ettari di vigneti. Nel 2005 Giuseppe Russo la rinnova, dandole il nome del padre e conservando l’eredità di questa sua famiglia nativa di Passopisciaro, uno dei borghi al centro della rinascita dei grandi vini rossi dell’Etna. Giuseppe e i suoi collaboratori coltivano le vigne in regime biologico, secondo la tradizione contadina: quella che ha permesso a vigneti vecchi anche di un secolo di giungere fino ad oggi.

Le vigne sono in buona parte molto antiche, e alcune superano i 100 anni. Le loro radici affondano in un terreno unico al mondo: nei molti strati di sciara che il grande vulcano ha eruttato nel corso dei millenni. E ogni sciara (così i siciliani chiamano la vecchia lava, secondo l’etimo arabo) custodisce per le uve un diverso gruzzolo di minerali. Talvolta finisce anche per dare il nome ad una contrada, dove non di rado le vigne riempiono strette terrazze, tenute su da muretti a secco di pietra lavica. E così, tra lave, ceneri e ginestre, ogni contrada ha il proprio carattere, la propria voce: incisa nel terroir che la ricopre, e che Giuseppe restituisce nei suoi fantastici vini!

 

L'estro di Didier Dagueneau:

Ci troviamo nella parte orientale della Valle della Loira, nel villaggio di Saint-Andelain, a nord di Pouilly-sur-Loire: uno dei regni assoluti del Sauvignon Blanc, è qui soprannominato "Blanc Fumé", da cui discende la denominazione "Pouilly-Fumé". Didier Dagueneau è stato un personaggio virtuoso: discepolo di Henri Jayer, papà indiscusso della nuova viticoltura borgognona, le idee e le pratiche di Didier hanno ispirato viticoltori di tutto il mondo. "Tutto, in quest’uomo, era fuori dal comune" (scrisse Jacques Perrin di lui): dall'aspetto selvaggio, un modo di fare quasi sempre provocatorio e con un atteggiamento di infinita modestia e gratitudine nei confronti della vita, Didier era un convinto seguace della biodinamica e al tempo stesso aspro critico dei rigidi canoni imposti dalle certificazioni. Si è schierato senza mezzi termini contro le pratiche all'epoca diffuse a Pouilly-sur-Loire, dove i vignerons prediligevano Sauvignon di qualità media praticando basse densità per ceppo e raccolte meccanizzate. "Mi sforzo di curare il mio vigneto come fosse un’opera d’arte", affermava Didier. E i suoi Sauvignon lo sono. Vini che vanno oltre al donar piacere: vini intrisi di lirismo e di fascino, capaci di leggere meravigliosamente i vari terreni di Saint-Andelain e in grado di donare emozioni che fanno vibrare i sensi umani. Morto prematuramente all'età di 52 anni, il 17 settembre 2008, da allora gli 11,5 ettari sono gestiti con il medesimo spirito dal figlio Louis-Benjamin con l'aiuto della sorella Charlotte.

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