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Viva il Vino e la Primavera

Viva il Vino e la Primavera

Il grande ed unico Bruno Giacosa:

Bruno Giacosa è una delle cantine simbolo del Piemonte. Poco dopo aver compiuto quindici anni ed aver abbandonato gli studi, Bruno comincia a lavorare accanto al padre Mario nella cantina fondata dal nonno Carlo nel lontano 1900. Bruno Giacosa nel 1966 acquista i vigneti di Barbaresco “Asili” e “Rabaja” e nel 1982 il vigneto “Falletto” a Serralunga d’Alba. Giacosa diceva sempre che un grande vino si crea in vigna con sacrificio e dedizione. In cantina è conosciuto per essere rigorosamente conservativo per rispettare il grande lavoro eseguito in vigna.

Passano gli anni ma l’idea che Bruno ci ha lasciato è sempre la stessa: è in vigna che si decide se il vino è buono oppure no, perché in cantina c’è poco da inventare e, se le uve non sono sane, non si potrà mai creare una grande bottiglia. Il vino deve essere buono e quello a base di nebbiolo deve poter migliorare e invecchiare per molti anni nel modo più naturale possibile. I suoi vini non hanno l’aggiunta di lieviti esterni, le uve sono trattate meno possibile, tutte le fermentazioni sono attivate in modo spontaneo con i lieviti naturali che si trovano nelle vigne e in cantina. 

 

L'estro e la magia dei vini della Maison Vouette et Sorbèe

A Bruxières-sur-Arce, nell’Aube, più esattamente nella Côte des Bar troviamo la piccola produzione ‘récoltant manipulant’ della cantina Vouette et Sorbée . Cinque ettari di terreno certificati da Qualité France come Biodinamico Demeter nel 1998. La vendemmia è sempre manuale e la vinificazione avviene in fusti di rovere con i lieviti indigeni delle stesse uve. La sboccatura degli champagnes viene effettuata come in passato, "à la volée", e senza alcuna aggiunta di liquore di dosaggio.

Tutta la gamma degli Champagne nasce da cuvée eccezionali e da processi artigianali e genuini che ricercano la qualità e l’unicità del vino prodotto. Si tratta di una produzione di nicchia caratterizzata da Champagne eleganti, freschi e minerali, sempre molto equilibrati e armoniosi. 

I loro segreti:

La cantina raccoglie manualmente le uve e impiega una pressa Coquard verticale per ottenere il succo dalle uve Chardonnay e Pinot Nero. In cantina fermenta con lieviti naturali e impiega una minima quantità di solforosa prima dell'imbottigliamento. Le bottiglie elencano anche le date di sboccatura, così come l'anno del vino base. I vini di Vouette et Sorbée non sono datati all'annata poiché trascorrono solo 20 mesi sui lieviti contro i 36 mesi minimi prescritti, per la designazione dell'annata.

 

Vini di carattere e ancestrale ricchezza, La Spia - Valtellina

Siamo tra i vigneti valtellinesi, esattamente su una collina chiamata La Spia. Il motivo di cotanto nome è semplice: qui c’era una postazione di avvistamento dei nemici dai tempi della dominazione dei Grigioni. E proprio quella stessa collina divenne un caposaldo di avvistamento per i partigiani che se ne servivano per spiare i movimenti dei fascisti. Dopo la guerra venne bonificata e ricoperta di piante di sottobosco. Dopo vari passaggi dalla famiglia Orsini ai Buzzi la collina arriva finalmente alla famiglia Rigamonti che, coraggiosamente, decise di disboscare la collina per destinarla alla coltivazione delle uve del Nebbiolo del biotipo Chiavennasca. Si tratta di un Nebbiolo molto particolare conosciuto anche come Nebbiolo Valtellinese dalle caratteristiche organolettiche davvero uniche. 

La Spia si racconta:

“Nel vigneto, di proprietà dei Rigamonti, la roccia madre affiorante si avvicenda ai corti filari di Nebbiolo. In questo modo i terrazzini pianeggianti si alternano ad altri dalla pendenza vertiginosa. La collina rocciosa chiamata storicamente “La Spia” è fisicamente l’unica isola distaccata dal resto del Cru Sassella, “La Spia” può essere considerata quindi un Cru dentro la Cru. I filari serrati, i distanziamenti ridotti tra le viti, il basso vigore, consentono di percepire la finezza racchiusa in ogni singolo acino d’uva. In questo giardino le fioriture dei prati non sono ostacolate dall’impiego di prodotti chimici. Il vigneto, di età media 30-35 anni, prevede un costante rimpiazzo delle viti morte che lo mantiene vitale, e il Sassella prodotto gode di quell’eleganza in francese definita vin de vieilles vignes”.

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